venerdì 28 novembre 2025

Bighellonando nel Chianti

Buttarsi placidamente tra le colline chiantigiane, un variopinto scenario di borghi, spazi, panorami, silenzi, curve, cipressi, filari, casolari, strade minori, asfalto, sterrato, insomma....posti dove perdersi con vero piacere.
Son partito presto, quando ancora la brina la faceva da padrona nei fondo valle e nelle zone riparate dalla luce del sole. Ben presto, salendo di quota, la goduria si è impossessata di me. Immergersi in tutto questo bengodi ti rimette al mondo. Anche stavolta le soste frequenti hanno vinto, per cercare di vivere i posti e non attraversarli solo distrattamente.
A parte il sale trovato sul tratto Poggibonsi-Castellina in C. e che rendeva il tutto un po' saponoso, il resto della giornata mi ha riservato solo cose belle, cose e sensazioni.
La magia più luminosa però non si è manifestata tra le cose che ho trovato per strada, anzi, tra quelle che non ho trovato. A S. Gimignano infatti sono rimasto piacevolissimamente sorpreso nel fare un rapido tour nel centro....deserto. Nessun turista, nessun indigeno. A vedere le foto pare che il borgo sia abbandonato, un caso più unico che raro!
Tornando a quello che invece ho trovato, lungo il tragitto ho incontrato un nutrito gruppo di Harleysti al piccolo trotto sulle sterrate sperse nei paraggi di Radda e un "botto" di un tedesco che in sella alla sua Super Tenerè 750 è andato dritto in un tratto sterrato nei pressi di Vagliagli. L'ho aiutato a ritirare su la moto. Per fortuna lui non si è fatto niente, mentre la moto è ritornata in piedi con le forche svirgolate. Con lui viaggiava un amico su Africa Twin del tempo che fu. Ho lasciato i due a prendersi a manate giusto giusto per togliersi la polvere
Memorie della giornata in video...



giovedì 13 novembre 2025

Cinquantasei da festeggiare

Oggi c'è da festeggiare, c'è da prendersela comoda, c'è da donare e non solo a se stessi. Cinquantasei calendari completi andati, a volte bene, a volte male, andati come dovevano andare. Rendersene conto ti fa vivere in pace, senza troppe recriminazioni, senza troppi se, ma, forse. Andare avanti, questa è l'unica cosa che conta, possibilmente col sorriso, l'unica cosa contagiosa insieme agli sbadigli.
La giornata inizia benone. Una bella sacca di sangue viene messa in cambusa per qualcuno che ne avrà bisogno. Il tempo passato al centro trasfusionale dell'Ospedale di Fucecchio è una gran bisboccia, momenti di leggerezza e complicità addolciti anche dai pasticcini portati ai presenti per condividere "solo cose belle" a cui tutti cedono volentieri considerando il bisogno di positività che c'è. Saluto tutti con calore, specialmente un'infermiera ex motociclista che mi dice "pensami mentre fai il giro in moto" con gli occhi a cuoricino.
Dopo il salasso ricerco un po' di energie facendo una sostanziosa colazione, altro momento piacevolissimo. Sono poco più delle 9 e l'idea di avere la giornata davanti mi fa stare ancora di meglio di quanto già non stia.
Raggiungo rapidamente Pontedera, per infilarmi lungo la SS439. Nei fine settimana non la percorro troppo volentieri ma oggi, essendo un giorno feriale, me la godo tantissimo sbirciando le morbide colline volterrane mentre mi dondolo come un beota. Arrivo a Saline e continuo la statale. Il meteo non è dei migliori ma zonzerellare da queste parti oggi è puria goduria, anche grazie al traffico pari a zero. Velocità blande (ormai un must per me), sguardo perso tra le sinuosità stradali e paesaggistiche, orecchie baciate dal borbottare dei due pistoni.
A Pian dei Mucini, lascio la statale per la SP441, godendomi la curvosa salita per Prata. Ormai sono km e km che anche il foliage rapisce l'attenzione, in certi tratti davvero irresistibile, tanto che poco dopo aver deviato per Tatti mi convinco a fermarmi per imprimere nelle memoria (prima del cell, poi nella mia) questo momento dell'anno così magico.

Sulla strada per Tatti

La strada per arrivare a Tatti è davvero spettacolare, in questa stagione davvero coinvolgente per i colori che gli alberi regalano senza chiederti niente in cambio.
In certi tratti tappeti di foglie sembrano star lì per ammorbidirti il viaggio.
Quanta bellezza...
Arrivo al piccolo e panoramico paesino, dove spesso vengo per una sosta al bar da dove c'è una vista spettacolare verso il mare. Oggi non mi fermo, ho ancora un po' di strada da fare. Sosta rimandata ad una prossima volta.
Mi dondolo sulle belle curve fino a riconquistare la SP Collacchia. Al bivio vedo un cartello che dice che l'indomani c'è la 28ª Sagra "Sapori d'Autunno", con tanto di cantine aperte. Riparto con la curiosità che mi strozza, ma tant'è. Di certo c'è che la prossima volta che tornerò al panoramico bar farò qualche domanda enoinvestigativa.
Giungo al giro di boa, Follonica, dove parcheggio sul lungo mare. Faccio due passi, giusto per sgranchirmi e curiosare un po' visto che è la prima volta che arrivo lì. Come metto piede sulla passeggiata mi imbatto con piacere in un segno del passato, un tocco di archeologia industriale che mi appassiona sempre.

Un tocco di archeologia industriale

Follonica deve la sua esistenza alla siderurgia. La prima installazione di una fonderia avviene nella prima metà del XVI secolo, ma è con Leopoldo II di Toscana che il nucleo abitato inizia ad espandersi con la costruzione delle Reali e Imperiali Fonderie, dando vita a quello che di fatto sarà un villaggio fabbrica.
Il legame tra il centro e le sue origine metallurgiche è la base che anima il MAGMA (Museo Arti in Ghisa nella Maremma), voluto fin dalla chiusura delle attività (spostate nell'area di Piombino) avvenuta all'inizio del 1960 e ricavato in parte dei locali di produzione. La memoria è tutto!

Il mare di Follonica


Il pensiero degli altiforni mi smuove lo stomaco. Inizio a immaginarmi enormi pentoloni con il rancio mentre sbollentano piano piano, una specie di sogno di Obelix.
Sono nel posto giusto, perchè riparto dal lungo mare per andare a mettere qualcosa sotto i denti giusto giusto nei paraggi, e più precisamente...

Ristorante stellato!


Sono straconosciuti on line e si danno un gran da fare intorno all'argomento toscanità con annessi e connessi culinari, sempre con quel tocco simpatico e "birichino". Toscanità...appunto!
Consumo in relax un bel piatto di peposo, bagnato da un vinello.
Un pranzo di compleanno di tutto rispetto, goduto tra la gente (tanta) in un piazzale industriale. A volte basta avere le cose giuste per sentirsi un Re!
Lascio Follonica e risalgo verso nord. Prossima fermata La Sterpaia, una spiaggia che da il nome al parco costiero a sud di Piombino.
Quando è possibile passo qua delle bellissime giornate estive insieme a Ilaria.
Oggi è tutto grigio. Il parcheggio a pagamento, in estate spesso pienissimo, è completamente deserto. Sono i contrasti decisi del mare, a volte caotico, a volte intimo e solitario, come oggi. Mi perdo a bighellonare sulla spiaggia mentre il vento cerca di incasinare le onde che arrivano a riva con gran fragore.
Raccolgo qualche conchiglia da portare a Ilaria, come un gatto che porta in dono al proprio umano il risultato della caccia di giornata come trofeo.

Spiaggia della Sterpaia, Bagnoskiuma




Fa davvero strano vedere il Bagnoskiuma così....scheletrico. Non vedo l'ora di tornare nei momenti più caldi per passare del tempo in leggerezza.
A questo serve il costume, no?
Riparto più lentamente che posso. Tocco Suvereto e raggiungo, immerso in un altro tratto di stupendo foliage, Sassetta. Curva dopo curva arrivo a Monteverdi, dove mi prendo un meritato caffè. Al bancone ci ritroviamo in tre richiedenti caffè.
Mentre sto per bere il mio resto di stucco. Il barista versa lo zucchero nel bicchierino dell'anziano accanto a me, ma non lo versa normalmente usando la zuccheriera. No. Usa direttamente la busta dello zucchero debitamente aperta. Il risultato è che il bicchierino è totalmente pieno del poco caffè e di non so quanti cucchiaini di zucchero. Lì per lì credevo fosse un errore o uno scherzo. Niente di tutto ciò. L'ometto è così che prende il caffè ogni giorno, uno soltanto ma ben zuccherato.
Esco dal bar ridendo con l'impressione che mi si stiano cariando i denti all'istante!
Che bellezza queste piccole perle di vita. Da sole valgono un giro...
Riparto, sciroppandomi ancora un po' di curve e panorami e arrivo a casa.
La sera usciamo con Ilaria per una cenetta, facendoci coccolare in un ristorantino particolare a Lajatico. Cose buone da mangiare, cose buone da bere, cose buone tra noi.
Ecco una giornata da ricordare, fatta di cose semplicissime, di cose di cui ci dovremmo riempire la vita.
E non voglio certo aspettare i cinquantasette per rigustare sapori così, altrimenti vorrebbe dire che fino ad ora...non c'ho capito una mazza!
 

sabato 18 ottobre 2025

Sterrate intorno casa

Mi piacciono i giri piccini picciò. Hai tempo per fermarti, per liberarti dalle scorie, tempo per sbirciare i particolari, tempo per respirare i luoghi, gli umori della gente che incontri. Hai tempo, il più bel regalo che puoi dedicarti.
Questo è un videino senza tante pretese, di un girottolo fatto per sentire i sensi al massimo, come per affrontare un lungo viaggio, anche se fatto nei dintorni di casa.
Il cervello, che strani scherzi che fa (per fortuna)!



giovedì 7 agosto 2025

Galoppata senese verso Sarteano

Quando ti piglia ti piglia, non c'è niente da fare. Anzi si, c'è da trovare i puntini da unire per fare un bel giro pieno di stuzzicherie.
Questa è la differenza abissale che c'è tra un girottolo fatto giusto per far girar le ruote e distendere la mente con quelli che in un qualche modo vuoi scolpire nella memoria già prima di partire, dedicandogli un resocontino di getto al ritorno, di quelli senza troppe pretese, ma che ogni tanto riguardi volentieri con un po' di nostalgia.
Via...su strada, a far rotolare i pensieri, a trovare armonia tra le curve mentre gli occhi godono dei panorami. Il cervello lo sente tutto questo benessere per cui anche i polmoni ritrovano il giusto ritmo, tutto si distende.
A fine giornata magari la cervicale avrà qualcosa da ridire, ma insomma....accontentare tutti mica è facile!
In buona sostanza mi sfagiolerò km e km a zonzo nella provincia senese, dove scorci e borghi regalano belle sensazioni, scansando i centri più grandi come la peste.

Muro agricolo

Mi fermo per un caffè a Ville di Corsano. Mi piace da matti fermarmi nei piccoli borghi, entrare nel bar del paese e acchiappare i discorsi della gente del posto. E' come se, anche se per un tempo infinitamente piccolo, entrassi nella vita delle persone, con le quali spesso scambio due battute. Questi contatti leggeri come piume contribuiscono al benessere di cui accennavo prima.
Se non fosse che poi mi ricoverano per eccesso di caffeina e conseguenti scatti d'ira incontrollata mi fermerei in ogni piccolo agglomerato dove sia presente un bar!

Sinuosità senesi nei dintorni di Radi

Curva di qui, curva di là, arrivo nei pressi di Bagno Vignoni, che però non visito.
Di questo borgo ho stampato nella memoria una foto che ritrae mio babbo appoggiato al bordo della piscina termale che caratterizza questo luogo.
Ogni volta che mi ritorna in mente mi struggo...
Oggi mi dedico a curiosare zone che non ho mai battuto più di tanto, per cui abbandono la Cassia e mi fiondo lungo la SP53, fermandomi poco dopo a Spedaletto, struttura costruita nel XII° secolo e che fungeva da ricovero per i viandanti lungo la via Francigena. L'aspetto attuale si deve ai lavori avvenuti nel '400, necessari per trasformare l'iniziale castello in una grancia, una fattoria fortificata. Sul posto c'è anche un mulino a pietra ed oltre ad aver accontentato gli occhi, metto nel bauletto anche un po' di pasta che mi fa venire già l'acquolina in bocca.

  


Di nuovo su strada, anche se per poco. Mi fermo infatti dopo meno di cinque km per sua maestà: la Quercia delle Checche.
E' un rovere, vecchio (si stima) 300 anni, con una circonferenza di circa 4,5 metri. 22 metri di altezza e larghezza. Chissà quante ne avrà viste in vita sua... 


In primo piano il casco, minuscolo rispetto alla chioma!

Riparto, il giro è ancora lungo. Arrivo a quello che di fatto è il giro di boa, Sarteano, dove voglio fare un giretto (di tipo cialtrone) alla Rocca.
Lascio la moto in un parcheggio e sgambetto per un po', giusto giusto per qualche scatto e godermi la bella giornata. Fa piuttosto calduccio e me ne rendo conto ripartendo piuttosto matido di sudore dopo aver spostato la moto parcheggiata un po' per come veniva...




Ogni micro visita meriterebbe ben più tempo e approfondimento, ma mi accontento solo di un passaggio veloce (cialtrone appunto).
Lascio la boa e inizio la fase di rientro. Lungo la SP478 rallento decisamente alla vista di un cartello: Abbazia di Spineto, che avevo visto mentre raccoglievo spunti per il giro ma che poi non avevo segnato tra le note. In effetti il passaggio è un po' come il bomba libera tutti che facevamo da bambini perchè da quasi due secoli l'Abbazia, costruita dai vallombrosani nel 1085, è diventata un luogo privato, oggi una location per matrimoni.
Mi accontento di respirare un po' l'aria del luogo, leggera, rinfrancante, come di solito hanno i luoghi di culto un po' più remoti degli altri.



Riparto, con un altro bel fagotto di relax da custodire gelosamente.
La strada è divertente, praticamente deserta, a tratti molto panoramica. E' la parte più alta della val d'Orcia e da lassù si devono godere belle albe e tramonti.
Lo si capisce anche dalla presenza dell'Osservatorio di Monte Calcinaio, al quale mi avvicino facendo finalmente un po' di sterrato. Passare la nottata lassù sotto la volta celeste deve essere certamente stupendo!
Peccato che un cancello chiuso impedisca di arrivare proprio sul poggio.



Continuo il giro, ma anche in questo caso ancora per poco. Prossima tappa Radicofani, tappa che devo rimettere in preventivo perchè oggi proprio non ho tempo per visitare la Fortezza, cosa che mi solletica ormai da un bel po'.
Mi accontento di fare la sosta pranzo prendendo un panino indigeno, consumato al fresco degli alberi dei giardini che affacciano a sud e bighellonando per il borgo.

  


La caratteristica fisionomia della Fortezza di Radicofani

Da Radicofani plano sulla Cassia, puntando verso nord. Vorrei avere molto più tempo da dedicare a visite, ma visto che oggi è stata una galoppata cialtrona mordo e fuggo anche un altro luogo, la pentagonale Rocca di Tentennano, a Rocca d'Orcia, altro punto dalla cui sommità mi piacerebbe godermi il panorama a 360° sui dintorni. La lista "sarà per la prossima" continua ad allungarsi...



Come già scritto in precedenza, fa calduccio, per cui una rinfrescata ci sta proprio bene e per darmela mi dirigo lesto lesto verso S.Quirico d'Orcia, dove oltre al bel centro si trova il birrificio artigianale San Quirico. Lascio la moto a ridosso delle mura e mi fiondo in centro, decisamente assetato e desideroso di attingere tanti buoni sali minerali. Alla fine mi tocca accontentarmi di fare due passi e qualche scatto mentre mi sfumazzo un mezzo sigaro toscano.
Un bigliettino appiccicato sull'ingresso parla chiaro, molto più chiaro delle info raccolte su Google. Il birrificio aprirà solo alla sera per cui "vai Carlino...beviti l'acqua che hai nel bauletto e levati di torno". Ma vaff....





Va beh...il morale resta sempre alto, anche perchè trovo la via che fa per me!


Dopo aver tracannato la rimanenza d'acqua che avevo nel bauletto ingrano davvero la prima e via, verso casa, snocciolando km e km senza più fermarmi.
A guardare la cartina non sembrava di essere andati tanto in là, invece...
Chissà se ce la farò a dar retta alla lista "sarà per la prossima".
Devo essere più disciplinato. Forse...

giovedì 31 luglio 2025

Appennino emiliano al piccolo trotto

"Porco Diavolo....manca il parmigiano!"
Lo segno svogliatamente nella lista della spesa, ma di andare alla Coop il giorno dopo non se ne parla nemmeno, primo giorno di agosto, un venerdì, un giorno di ferie non uno qualsiasi, e non lo voglio di certo passare facendo scarrellate selvagge con gente magari più spallata di me.
Raccolgo veloce una serie di spunti, quelli che amo chiamare carote, unica linfa che mi fa saltare felice in moto senza che non sia solo un mero fatto di dinamica applicata.
Mi voglio snocciolare un bel po' di strada per andare in cerca del tanto agognato formaggio e le carote messe in fila mi fanno già gongolare.
Raggiungo Pistoia via San Baronto, fermandomi spesso sul versante pistoiese a causa dei tanti semafori provvisori che regolamentano il traffico negli altrettanti cantieri aperti per via delle innumerevoli frane che interessano il versante.
Una volta a Pistoia prendo la SS64 Porrettana, strada bella curvosa, teatro nei we di scene apocalittiche messe in scena da idioti su mezzi a motore. Oggi fortunatamente è venerdì, e per strada non c'è praticamente nessuno, a parte il camion dei rifiuti che si ferma ogni tre per due e una macchina dei Carabinieri che gli sta alle calcagna, ovviamente senza provare il sorpasso. In soldoni mi faccio un bel tratto a velocità velosolex, tanto che ad un certo punto mi fermo per perdere tempo e trovare poi strada libera.
Arrivo al bar nei pressi del passo della Collina, luogo di appassionati di motori, che nel we è piuttosto costipato, mentre oggi è quasi tutto per me e mi godo il caffè in santa pace facendo qualche chiacchera con i gestori.
Sul cartello subito fuori il locale un adesivo rinforza la mia presenza!


Dopo il passo la temperatura cala e fa un bel freschetto che sentire vivi.
Raggiungo Porretta Terme, poi prendo per Gaggio Montano, dove la prima carota mi aspetta. Lascio la moto a ridosso del micro borgo antico e salgo su verso il Faro dei Caduti, monumento dedicati ai caduti in montagna delle due guerre mondiali, terrazza con vista su tutto il circondario.


Faro dei Caduti - Gaggio Montano

A questo punto l'idea iniziale era quella di continuare lungo la SP82 e agganciare poi la SP66. "Ma io son curioso, come faccio a non prendere quella stradella che va su su su...?" Detto fatto mi ci fiondo e vado...su su su, fino a quello che di fatto è uno svalicamento, dove nei pressi c'è il Santuario della Madonna degli Emigranti.


Ricalo a valle facendo una bella sterrata immersa nella vegetazione, dove la TA si sente a suo agio, io un po' meno...
Tocco il Valico Masera e continuo il dolce dondolamento lungo la SP324, che lascio momentaneamente per fare una rapida visita al solitario Campanile di Rocca Corneta.


Campanile di Rocca Corneta, sperso in Appennino

Continuo un bel po' a dondolarmi, sempre in relax, e così procedendo raggiungo Fanano e poi Sestola. Da lì mi sciroppo la sinuosa SP30, intestinica poco prima di Renno, teatro di gare come ben si capisce dalle strisciate nere che ornano l'asfalto.
Ormai manca poco all'ennesima carota, che per raggiungere mi inerpico su per un costone dal quale l'occhio gode.


Castello di Montecuccolo



Le carote son troppe, e il tempo sempre poco, per cui via....di nuovo su strada.
Di lì a breve mi imbatto in uno dei tanti caseifici presenti su questi rilievi. Mi fermo e acchiappo un pezzo del tanto ambito cacio, che sistemo nel bauletto con cure materne.


Accontentata la pancia ora tocca alle gambe. Dopo la sapienza dei costruttori di manieri e dei mastri caseari ora tocca alla natura impressionarmi.
Nei pressi del caseificio infatti c'è un'eccellenza naturale che vale assolutamente la pena vedere. La raggiungo dopo una breve camminata e....resto impressionato!

Ponte di Ercole (o del Diavolo)



E' un monolite di arenaria lungo oltre 30 metri, frequentato fin dai tempi antichi.
Ci giro intorno lentamente, in perfetta beatitudine solitaria. Fa veramente impressione vederlo dal vivo. E' un bellissimo scherzo della natura e delle forze che la compongono. Riparto molto soddisfatto della visita.
Mi ributto on the road, lungo le curve che portano all'Abetone.
Di nuovo in sella, ora è la pancia che va sistemata e l'accontento salendo a Piane di Mocogno, località sciistica dove non ero mai stato. Il luogo non è niente di che e, anzi, mi fa impressione entrare in un locale che una volta dentro dimostra l'immenso potenziale che di certo sarà messo all'opera d'inverno, quando orde indiavolate di sciatori prenderanno d'assalto quelle zone.
Per festeggiare la conquista di un luogo cotanto battuto dai più col freddo decido per la caloria. Signori e Signore, ecco a voi un bel piatto di pasta panna e salsiccia!!


Ripartendo non capisco se stantuffa la moto oppure sono io. Va beh, poco male, tanto a breve sarò fermo di nuovo, a La Sorgente di Barigazzo, dove prendere un po' di prodotti fatti da loro. Lì si trovano prodotti per la cura del corpo, confetture, delizie varie, alcolici, il tutto confezionato con materiali del territorio.
Torno alla moto e guarda caso ho con me una grappa....ma vah!
Oltre all'alcool voglio mettere in saccoccia anche un passo mai fatto prima, giusto giusto per alimentare il Passometro che ultimamente latita.

Passo Cento Croci

Sto un po' fermo sul passo, c'è una gran bella pace. Però mannaggia al tempo che passa devo muovermi. Su stradello minore aggancio la SP486R per riconquistare successivamente la strada dell'Abetone. Ormai gli spunti di giornata sono finiti e mi concedo solo una sosta rapida sul valico, dove parcheggio in un posto non molto agevole...


Raggiungere la piana pistoiese è un'operazione piuttosto uggiosa visto il traffico e la relativa lentezza.
Che dire? Bella giornata, passata bighellonando in Appennino, scrigno di mille sorprese. Ogni tanto ci vuole una bella galoppata fatta a chiappar carote...

Bighellonando nel Chianti

Buttarsi placidamente tra le colline chiantigiane, un variopinto scenario di borghi, spazi, panorami, silenzi, curve, cipressi, filari, caso...