Oggi c'è da festeggiare, c'è da prendersela comoda, c'è da donare e non solo a se stessi. Cinquantasei calendari completi andati, a volte bene, a volte male, andati come dovevano andare. Rendersene conto ti fa vivere in pace, senza troppe recriminazioni, senza troppi se, ma, forse. Andare avanti, questa è l'unica cosa che conta, possibilmente col sorriso, l'unica cosa contagiosa insieme agli sbadigli.
La giornata inizia benone. Una bella sacca di sangue viene messa in cambusa per qualcuno che ne avrà bisogno. Il tempo passato al centro trasfusionale dell'Ospedale di Fucecchio è una gran bisboccia, momenti di leggerezza e complicità addolciti anche dai pasticcini portati ai presenti per condividere "solo cose belle" a cui tutti cedono volentieri considerando il bisogno di positività che c'è. Saluto tutti con calore, specialmente un'infermiera ex motociclista che mi dice "pensami mentre fai il giro in moto" con gli occhi a cuoricino.
Dopo il salasso ricerco un po' di energie facendo una sostanziosa colazione, altro momento piacevolissimo. Sono poco più delle 9 e l'idea di avere la giornata davanti mi fa stare ancora di meglio di quanto già non stia.
Raggiungo rapidamente Pontedera, per infilarmi lungo la SS439. Nei fine settimana non la percorro troppo volentieri ma oggi, essendo un giorno feriale, me la godo tantissimo sbirciando le morbide colline volterrane mentre mi dondolo come un beota. Arrivo a Saline e continuo la statale. Il meteo non è dei migliori ma zonzerellare da queste parti oggi è puria goduria, anche grazie al traffico pari a zero. Velocità blande (ormai un must per me), sguardo perso tra le sinuosità stradali e paesaggistiche, orecchie baciate dal borbottare dei due pistoni.
A Pian dei Mucini, lascio la statale per la SP441, godendomi la curvosa salita per Prata. Ormai sono km e km che anche il foliage rapisce l'attenzione, in certi tratti davvero irresistibile, tanto che poco dopo aver deviato per Tatti mi convinco a fermarmi per imprimere nelle memoria (prima del cell, poi nella mia) questo momento dell'anno così magico.
Sulla strada per Tatti
La strada per arrivare a Tatti è davvero spettacolare, in questa stagione davvero coinvolgente per i colori che gli alberi regalano senza chiederti niente in cambio.
In certi tratti tappeti di foglie sembrano star lì per ammorbidirti il viaggio.
Quanta bellezza...
Arrivo al piccolo e panoramico paesino, dove spesso vengo per una sosta al bar da dove c'è una vista spettacolare verso il mare. Oggi non mi fermo, ho ancora un po' di strada da fare. Sosta rimandata ad una prossima volta.
Mi dondolo sulle belle curve fino a riconquistare la SP Collacchia. Al bivio vedo un cartello che dice che l'indomani c'è la 28ª Sagra "Sapori d'Autunno", con tanto di cantine aperte. Riparto con la curiosità che mi strozza, ma tant'è. Di certo c'è che la prossima volta che tornerò al panoramico bar farò qualche domanda enoinvestigativa.
Giungo al giro di boa, Follonica, dove parcheggio sul lungo mare. Faccio due passi, giusto per sgranchirmi e curiosare un po' visto che è la prima volta che arrivo lì. Come metto piede sulla passeggiata mi imbatto con piacere in un segno del passato, un tocco di archeologia industriale che mi appassiona sempre.
Un tocco di archeologia industriale
Follonica deve la sua esistenza alla siderurgia. La prima installazione di una fonderia avviene nella prima metà del XVI secolo, ma è con Leopoldo II di Toscana che il nucleo abitato inizia ad espandersi con la costruzione delle Reali e Imperiali Fonderie, dando vita a quello che di fatto sarà un villaggio fabbrica.
Il legame tra il centro e le sue origine metallurgiche è la base che anima il
MAGMA (
Museo Arti in Ghisa nella Maremma), voluto fin dalla chiusura delle attività (spostate nell'area di Piombino) avvenuta all'inizio del 1960 e ricavato in parte dei locali di produzione. La memoria è tutto!
Il mare di Follonica
Il pensiero degli altiforni mi smuove lo stomaco. Inizio a immaginarmi enormi pentoloni con il rancio mentre sbollentano piano piano, una specie di sogno di Obelix.
Sono nel posto giusto, perchè riparto dal lungo mare per andare a mettere qualcosa sotto i denti giusto giusto nei paraggi, e più precisamente...
Ristorante stellato!
Sono straconosciuti on line e si danno un gran da fare intorno all'argomento toscanità con annessi e connessi culinari, sempre con quel tocco simpatico e "birichino". Toscanità...appunto!
Consumo in relax un bel piatto di peposo, bagnato da un vinello.
Un pranzo di compleanno di tutto rispetto, goduto tra la gente (tanta) in un piazzale industriale. A volte basta avere le cose giuste per sentirsi un Re!
Lascio Follonica e risalgo verso nord. Prossima fermata La Sterpaia, una spiaggia che da il nome al parco costiero a sud di Piombino.
Quando è possibile passo qua delle bellissime giornate estive insieme a Ilaria.
Oggi è tutto grigio. Il parcheggio a pagamento, in estate spesso pienissimo, è completamente deserto. Sono i contrasti decisi del mare, a volte caotico, a volte intimo e solitario, come oggi. Mi perdo a bighellonare sulla spiaggia mentre il vento cerca di incasinare le onde che arrivano a riva con gran fragore.
Raccolgo qualche conchiglia da portare a Ilaria, come un gatto che porta in dono al proprio umano il risultato della caccia di giornata come trofeo.
Spiaggia della Sterpaia, Bagnoskiuma
Fa davvero strano vedere il Bagnoskiuma così....scheletrico. Non vedo l'ora di tornare nei momenti più caldi per passare del tempo in leggerezza.
A questo serve il costume, no?
Riparto più lentamente che posso. Tocco Suvereto e raggiungo, immerso in un altro tratto di stupendo foliage, Sassetta. Curva dopo curva arrivo a Monteverdi, dove mi prendo un meritato caffè. Al bancone ci ritroviamo in tre richiedenti caffè.
Mentre sto per bere il mio resto di stucco. Il barista versa lo zucchero nel bicchierino dell'anziano accanto a me, ma non lo versa normalmente usando la zuccheriera. No. Usa direttamente la busta dello zucchero debitamente aperta. Il risultato è che il bicchierino è totalmente pieno del poco caffè e di non so quanti cucchiaini di zucchero. Lì per lì credevo fosse un errore o uno scherzo. Niente di tutto ciò. L'ometto è così che prende il caffè ogni giorno, uno soltanto ma ben zuccherato.
Esco dal bar ridendo con l'impressione che mi si stiano cariando i denti all'istante!
Che bellezza queste piccole perle di vita. Da sole valgono un giro...
Riparto, sciroppandomi ancora un po' di curve e panorami e arrivo a casa.
La sera usciamo con Ilaria per una cenetta, facendoci coccolare in un ristorantino particolare a Lajatico. Cose buone da mangiare, cose buone da bere, cose buone tra noi.
Ecco una giornata da ricordare, fatta di cose semplicissime, di cose di cui ci dovremmo riempire la vita.
E non voglio certo aspettare i cinquantasette per rigustare sapori così, altrimenti vorrebbe dire che fino ad ora...non c'ho capito una mazza!