lunedì 25 luglio 2022

Bolgheri e Macchia della Magona

Che bellezza avere tempo e non maledire la sveglia che richiama la tua attenzione appena il sole inizia a venir su. Stavolta non mi alzo facendo le solite noiose procedure utili a farmi ritrovare in direzione lavoro, lavato, vestito e...svogliato.
Stavolta la sveglia è per giusta causa, più che giusta "preferita".
In vacanza in zona Bibbona non voglio perdere l'occasione per fare una sgambata da quelle parti, già in parte visitate sui pedali. Oggi però voglio allungare e andare in un luogo iper frequentato dai turisti di tutto il mondo, Bolgheri, per poi rientrare allargando il giro risalendo verso i poggi che sovrastano quelle zone vitivinicole super apprezzate.

L'anello (o quasi) di 29 km

Per farlo, appunto, parto presto, col fresco, giusto giusto per non rimanere subito in debito di ossigeno sotto a un sole che quest'anno martella mica poco...

Ore 7, si dia il via alla sbiciclettata

Mi faccio un tratto sterrato perso tra i campi per poi riprendere l'asfalto a ridosso di Bibbona, asfalto che strappo dopo strappo mi porterà a Bolgheri e che mi faccio nel silenzio più totale (zero traffico), silenzio rotto solo dai miei ansimamenti. 

L'asfalto sinuoso tra Bibbona e Bolgheri

Il famoso viale di cipressi di Bolgheri

Ore 7:30, arrivo a Bolgheri


Girello in paese, dove non trovo praticamente nessuno a parte qualche gestore dei vari locali che sta facendo un po' di pulizie. C'è un bel silenzio, cosa per niente scontata in questo periodo visto che da lì a poco inizierà l'andirivieni di frotte di turisti. Mi godo il momento defaticando le gambe tra i vicoli.

A Bolgheri non si vive di solo vino


Mentre son lì che cerco una via per conquistare i poggi sovrastanti il paese così da rientrare allargando il giro ecco che arriva Ilaria, cosa che non mi aspettavo proprio e non posso che esserne felice!!
Non trovando una via (che di certo ci sarà) per andare verso monte riprendiamo a ritroso l'asfalto. 

Troppo buffo!

Ilaria è pronta a rientrare

Dopo circa 3 km ci salutiamo in prossimità della Locanda dell'Aioncino (prima o poi riusciremo a farci una bella cenetta...), Ilaria verso casa, io verso la Macchia della Magona, una vasta area naturale protetta che prende il nome dall'utilizzo che ne veniva fatto nei secoli scorsi, cioè fornire legname e carbone alla ferriera “Real Magona di Cecina”, che fin dai primi del 1600 riduceva in ghisa il minerale di ferro proveniente dall’isola d'Elba. Il termine Magona, che deriva da un'antica parola araba, significa proprio "azienda del ferro".
Mi abbandono in questo tratto che mi farà conquistare dapprima le basse altitudini della Macchia e poi l'asfalto di Bibbona e quindi casa. 

I cipressi nei pressi della Locanda dell'Aioncino

Bello sbiciclettare da queste parti in tutto relax e mi godo parecchio l'esplorazione fino ad arrivare a ridosso del perimetro del parco vero e proprio.

Cartello informativo Macchia della Magona

Dal cartello in poi la faccenda diventa più impegnativa, più che altro per via dei ciottoli che più o meno si smuovono al passaggio. Procedo dosando lo sforzo, sia per non "schiantare" sia per non far perdere aderenza alle povere gomme da strada che mi ritrovo.
Ad un certo punto incrocio un tizio in MB, bardato di tutto punto in modo ipertecnico. Io in confronto sembro uno scappato di casa in braghette...
E' straniero e ci metto poco a capire che ha bisogno di qualcosa per le forature (metterci poco a capire vuol dire che c'è ancora ossigenazione al cervello!).
Con me ho solo la pompetta e un fast. Prende la pompetta e prova a rendere vita alla gomma, ma senza successo. Senza scomporsi più di tanto mi saluta con un sorriso e riparte a piedi. Son belli anche questi incontri estemporanei.
Riparto, ansimando e cercando di evitare i sassi più aguzzi e relative forature...
Piano piano ce la faccio e non posso che sentirmi soddisfatto guadagnando lo scollinamento verso Bibbona! 

Salita impegnativa

Scollinamento su un quadrivio

Dallo scollinamento in poi le coronarie tornano a lavorare più tranquille.
Lungo la sterrata trovo un cartello che spiega "l'Insoglio", pozze fangose e acquitrinose dove il cinghiale ama rotolarsi per ricoprire il suo mantello di fango così da inglobare pulci e zecche presenti sul proprio pelo. Una volta che il fango è asciutto, l'animale inizia a strusciarsi sui tronchi degli alberi adiacenti al bagno, così da fare una specie di scrub che si porti via i fastidiosi parassiti.
Spettacoli della natura...

Il bagno...

...e lo scrub!

Super panchina con finestra


Punto panoramico verso Bibbona e il litorale

Ormai manca poco a Bibbona e mi godo la sterrata fino a riconquistare la parte bassa del tracciato. In prossimità dell'antico mulino a vento, fuori dall'abitato di circa un km, ritrovo l'asfalto.
Un ultimo piccolo sforzo per salire la collinetta del Cardellino (così viene chiamato il mulino) e mi godo un po' di riposo e la bellissima vista.




In poche pedalate rientro a casa, molto ma molto soddisfatto da questa sgambata.
Piccoli sogni, che se realizzati ti fanno toccare il cielo con un dito!!


Punta Falcone, Piombino

La carota per saltare in sella stavolta è un terminal minerario in zona Puntone di Scarlino , terminal che sembrerebbe visitabile (amo l'...