sabato 11 giugno 2022

A zonzo tra Garfagnana e Lucchesia

Il duo Carlo&Carlo è di nuovo all'opera. Si parte con l'idea di fare pochi km, pochi ma piuttosto farciti di spunti interessanti, per curiosare e allo stesso tempo stare un po' in compagnia, cosa che di fatto da dietro ad un manubrio non è facile facile da realizzare.
Punto di ritrovo/partenza Collodi (ce la farò a visitarlo prima o poi?) , terra natìa di un certo burattino...
Ci dondoliamo in tranquillità su (e poi giù) dal passo del Trebbio, lungo la venticinquina di curvosissimi km che ci separano da Bagni di Lucca.
Procediamo senza indugio lungo la vallata del Serchio risalendo verso Gallicano, da dove inizia una nuova arrampicata verso il primo spunto di giornata a pochi km da Molazzana.

Finalmente ci siamo. Si dia inizio alla giornata di visite.

Il primo spunto di giornata

Lasciate le moto a riposo iniziamo a risalire il crinale e in breve ci troviamo davanti un panorama bellissimo, con il gruppo delle Panie in grande spolvero, grazie anche alla stupenda giornata che stiamo vivendo.
La bellezza dei dintorni stride un bel po' con quello che stiamo visitando; trincee, ripari, bunker, tutti "ricordi" della Seconda Guerra Mondiale ritirati a lucido grazie all'impegno del comune di Molazzana, il museo linea Gotica Garfagnana e Parco Apuane.
Ritengo che sia un bene, un gran bene, che posti del genere restino in vita e che intorno a loro ci sia sempre attività atta a tramandare la memoria, memoria da consegnare ai posteri anche toccandola con mano, vivendola fisicamente e non solo leggendola, rischiando di accumulare più polvere sui libri che interesse per quello che fu e che potrebbe tornare in futuro.






Ripartiamo ricalando a valle e senza ritoccare Molazzana prendiamo per Vergemoli, percorrendo km e km immersi in una stradina solitaria da farsi a bassissima andatura. Si sta da 10!

Salendo verso Vergemoli

Da Vergemoli c'è ancora un po' di strada per le Grotte del Vento

Tralasciamo la visita alle Grotte del Vento che ci avrebbe rallentato troppo. Per chi non le ha mai viste straconsiglio il tour da 3 ore, faticoso ma bellissimo!!
Ci accontentiamo di ricalare a valle per andare a visitare un altro spunto, godendoci strada e panorami davvero belli.



Arriviamo a ridosso dell'Eremo di Calomini, un piccolo complesso eretto intorno all'anno Mille scavato in parte nella roccia, sistemazione che fa un certo effetto. Sotto a quella parete verticale ci si sente un po' a disagio...
Non c'è praticamente nessuno e, parete verticale a parte, captiamo la sensazione di pace che posti del genere sanno regalare.





E' quasi l'ora di pranzo ma decidiamo di ripartire giusto giusto per andare a mangiare in un altro bel posto, che in breve raggiungiamo, la Rocca di Trassilico.
La Rocca è posta sul culmine di un cucuzzolo che si raggiunge camminando lunghe le viuzze del paese sottostante. La vista è spettacolare, e anche se dalle foto non si apprezza, si riesce a vedere anche il Monte Forato.
Peccato però che di ombra manco...l'ombra, per cui ricaliamo in paese per cercare un po' di riparo da un sole che si impegna non poco a bruciarci le poche cervella rimaste.




Trassilico

Trassilico dal basso

Consumate le vivande ci prendiamo un caffettino nel microscopico bar del paese, un posto d'altri tempi, niente di speciale e tutto di speciale, dove ti senti un viandante che cerca e trova conforto. Bello!
Di nuovo in sella, e di nuovo in discesa, riconquistiamo la strada di fondo valle che viaggia parallela al Serchio e che lasciamo dopo poco per prendere la SP37 per Fabbriche di Vergemoli, lambiamo il lago artificiale (piuttosto vuoto) di Turrite Cave e ci fermiamo per dare un'occhiata al Pontaccio, un ponte pedonale tirato su nel quattordicesimo secolo dalle maestranze locali, che di certo pativano non poco l'attraversamento del torrente che da il nome al lago.




Di nuovo in sella, ma ancora per poco, visto che dopo aver percorso pochi km siamo di nuovo fermi, in visita a quello che in origine doveva essere un mulino (o una cartiera?) che sfruttava l'energia motrice delle acque del Rio Selvano.
Tra quelle pietre si respira aria dal sapore buono, e non stona vedere quegli ambienti riadattati a centri del divertimento, visto che il mulino è diventato sede di un'agenzia che propone il torrentismo.



Diamo nuovamente fuoco alla miscela aria/benzina percorrendo la strada che serpeggiando a fianco del Turrite Cava ci porta a Fabbriche di Vallico, un luogo carico di storia fin dal 1200, cioè da quando fu eretto un piccolo eremo dedicato ai santi Giorgio e Galgano. Dopo circa due secoli e mezzo il piccolo convento fu abbandonato, grazie all'applicazione di una Bolla Pontificia che di fatto poneva fine alla vita di conventi con meno di dieci religiosi. Anche a quei tempi c'era la crisi...
Di fatto il paese deve la sua fortuna, e in parte l'origine del nome, all'arrivo di fabbri bergamaschi che detterò il via a varie piccole botteghe (fabbriche) nelle quali venivano prodotti chiodi e altri utensili.
Il borgo fu al centro di aspre contese, tanto che il fiume divenne il confine tra il Ducato di Modena e la Repubblica di Lucca, con tanto di dogana.

Fabbriche di Vallico - Ponte della Dogana



Bighellonare a destra e a manca acchiappando un po' di spunti storici mi da sempre un bel piacere. Spunti storici ma anche spunti popolari, come ad esempio a Turrite, dove ci fermiamo al Baracchino, antistante un piccolo campetto da calcio dove a breve sarebbe iniziata una delle tante mitiche battaglie tra scapoli e ammogliati e dove un tizio (scapolo? ammogliato?) sta "gessando" le righe. Peccato essere ripartiti perdendosi il match.
Però, in un giro turistico che si rispetti, oltre alla mente e alla cultura e al puro rilassante divertimento è bene pensare anche alle papille gustative, per cui ripartiamo planando curvosamente a Pescaglia, per poi arrivare a Loppeglia, tutte strade minori che più minori non si può, ma lungo le quali è facile trovare piccole perle viaggiando in panciolle al piccolo trotto.
Un esempio? Trattoria la Collina, una piccola trattoria tramandata in famiglia dove il giovane gestore è anche un Mastro Birraio le cui realizzazioni sono possibili grazie al piccolo impianto di cui la trattoria è dotata.
E' pomeriggio, e ci accontentiamo di testare le birre che non sono niente male e che si meritano un nuovo passaggio, magari verso l'ora di cena, giusto giusto per fare un tour di sapori tipici lucchesi, inglobando anche le prelibatezze che di certo escono da quella cucina.


Il nostro giro odierno volge al termine e quello che volevamo "sbirciare" l'abbiamo visto. I piccoli giri regalano sempre belle sensazioni perchè con la voglia di cercare c'è sempre qualcosa da vedere con il tempo giusto per potertelo godere.
E la ricerca di spunti continua!!



Punta Falcone, Piombino

La carota per saltare in sella stavolta è un terminal minerario in zona Puntone di Scarlino , terminal che sembrerebbe visitabile (amo l'...