sabato 30 novembre 2024

San Pellegrino in Alpe & Parmigiano

C'è voglia di aria, di luce, di relax, ma c'è anche bisogno di parlare col concessionario per ragionare di sospensioni per cui, sfruttando una giornata promettente, metto insieme i puntini che uniranno Honda al Parmigiano.
I km non saranno tanti, anzi, ma saranno speciali, percorsi al piccolo trotto, con tante tante soste. Ormai è da tempo che della pura guida non nutro più molto interesse, tutto l'opposto invece per i "momenti" da vivere nella semplicità più assoluta. Parto per cercare di colmare quel senso di sorpresa che vivi solo fuori dal solito guscio in cui siamo chiusi a giornate intere, apparentemente imbrigliati tra la gente, realmente lontani e disinteressati verso i più.
E allora via, su strada, per restare sorpresi, colpiti, da qualsiasi cosa che possa farti tornare umano. Saluto il monte Serra sfiorandolo lungo la SS439, la fondovalle che in poco tempo mi porta a Lucca, dove veloce faccio due chiacchere con i ragazzi del concessionario Honda che mi offrono pure la colazione. Cura del cliente top!
Venire a parlare di sospensioni è stata quasi una scusa, buona per avere il pretesto per vedere un po' di mondo da dietro la visiera. E' inverno, una stagione che offre molto per chi cerca le cose "buone", i sapori decisi. Se la giornata è bella i panorami diventano superlativi, viaggiando per montagne si ha la fortuna di respirare l'odore di legna bruciata in qualche caminetto, le soste nei bar diventano dei veri e proprio ristori, c'è meno gente in giro e quella che incontri sembra più propensa a scambiare due chiacchere.
Da Lucca mi sbrigo a toccare con mano i tratti di strada dove di certo troverò tutto quello che ho scritto sopra. La prima sosta me la dedico al Ponte del Diavolo, che di solito ho sempre fotografato dalla sponda opposta. Mentre sto lì a ridosso della splendida costruzione mi rendo conto che la giornata è veramente splendida.


Riparto piuttosto soddisfatto pensando alle ore che mi godrò bighellonando in sella. Supero Pieve Fosciana e, fatte poche curve, mi fermo a Castiglione di G.na scattando qualche foto lungo i bastioni che si affacciano a sud.




Per adesso ho incontrato motociclisti da contare con le dita di una mano, come del resto anche il traffico in generale è decisamente scarso. Non posso che esserne felice, è un po' come quel senso di libertà che si apprezza girando in pantofole per casa in santa pace.
Riparto continuando a salire verso il passo delle Radici. Mi attendono i km più intimi, fatti in solitaria, a basse velocità, con un occhio ai tratti di strada salata e uno verso gli affacci a valle.


La temperatura scende sempre più, e lo si percepisce bene nei vari tratti in ombra. Brividelli a parte la zen si impadronisce di me facendomi come galleggiare. La luce infonde vero benessere e ci metto un bel po' a risalire la china con la moto che pistona e borbotta.

Sassorosso

Ormai si è capito che voglio prendermela con calma, per cui una sosta lungo strada è d'obbligo e scelgo il bar/ristorante Col d'Arciana per farla.
Entro nel locale accogliente e trovo un gruppetto di persone intente a parlare di Rally. Pure il ragazzo dietro al bancone pare essere un pilota di questa specialità. Mi prendo un caffè, scambio due battute e torno alla moto. Giusto il tempo di riporre con attenzione nel bauletto una confezione di farro indigeno e riparto, sempre in modalità soft.


In breve arrivo sulle Radici. Fa freddo, nessuno in giro, la struttura lasciata a se stessa, è un po' desolante, un vero peccato.


Appena svalicato per scendere verso S.Anna Pelago mi rendo conto che il freddo è freddo, c'ho le prove!

Galaverna appenninica

Calo a valle con ormai in testa solo il Parmigiano, che di lì a poco farà compagnia al farro nel bauletto. Poco prima di arrivare a S.Anna c'è un caseificio, dove ogni tanto faccio una visita per accaparrarmi un po' di questa prelibatezza italiana.


Mentre aspetto che la signora finisca di servire un cliente faccio amicizia con un paio di cagnetti locali, uno dei quali piccolo e carinissimo. Dal momento che l'accarezzo non si staccherebbe più e infatti mi segue alla moto portandomi in dono una pallina da lanciargli per un infinito dai e vai. Stupendo!


Tornando verso le Radici, la galaverna si mostra ancor più possente. Un vero spettacolo invernale...


Ci passo in mezzo nei pressi del passo del Lagadello. Il vento scuote gli alberi brinati e fa cadere minuscoli frammenti ghiacciati, facendoli sembrare neve.



Arrivo a San Pellegrino in Alpe e anche qui di certo non si suda.
Ho già detto che fa freschetto?


Finalmente ritrovo un po' di tepore entrando nel Bar l'Appennino, dove una stufa a pellet fa a dovere il suo sporco lavoro, con un bel cagnotto spaparanzato davanti in cerca di conforto. Gli astanti sono un paio di persone anziane, che dopo un po' capisco essere lui il padre del barman e lei...non l'ho capito 😄


Il bar non offre molto. La stagione non prevede certo l'arrivo di vagonate di turisti per cui non c'è molto da mettere sotto i denti. Cosa diversa nel ristorante proprio davanti, che di fatto è della stessa proprietà del bar. La luce in queste giornate invernali non è eterna per cui non ho voglia di sedermi e ordinare chissà quali piatti. Mi accontenterei di un panino, che però non c'è e allora mi accontento di un pezzo di pizza che mi faccio scaldare accompagnandola ad una birretta e poi ad un pezzo di crostata. Alla fine mi son sentito un Re, sfiorando in quella mezz'oretta la vita di quelle persone con cui abbiamo scambiato due parole, mischiando le parlate toscane ed emiliane come si fosse su un confine netto. Anzi...siamo su un confine netto e la targa alle spalle del bancone ne è la conferma!
Son quei momenti che fanno bene alla mente, dove ti senti perso in chissà quali viaggi mentre invece sei quasi dietro l'angolo...


Completato il pasto frugale esco e mi godo un po' di panorami immerso nel silenzio e nella bella luce, e un po' nel fumo del sigaro toscano che accendo con sommo gaudio.

La porta verso sud dell'antico santuario




Grazie alla splendida giornata la vista può spaziare e sto lì sto lì a rimirare l'infinito fantasticando tra una sbuffata e l'altra che mi sarebbe piaciuto restare lì per la notte. Girello per il piccolissimo borgo, nato ai margini dell'Ospitale che porta i suoi quasi mille anni sulle spalle in maniera egregia.


I bei momenti vanno via come il fumo del sigaro e torno alla moto per iniziare le manovre di rientro. Scelgo la discesa in picchiata che lungo la SP71 mi fa arrivare lesto lesto (va beh....lesto in senso metaforico...) a Pieve Fosciana. Lungo la discesa mi fermo per spostare un po' di massi più o meno grandi che avevano invaso la strada. Si ferma un ragazzo in auto e mi chiede se avessi qualche problema. Quando gli dico quello che stavo facendo mi ringrazia dicendomi "ce ne fossero persone così". Lo ringrazio salutandolo. Alla fine siamo stati bene in due (come minimo) e spero che i buoni gesti siano come gli sbadigli...contagiosi!
Sono di nuovo nella fondo valle che unisce Castelnuovo G.na a Lucca. Ogni tanto qualche cartello solletica la mia curiosità, ma per oggi basta così.
Mi concedo una rapida sosta al caratteristico Ponte delle Catene, manufatto iniziato nel 1840 lungo il corso della Lima su volontà del Duca di Lucca. E' il primo ponte realizzato in Italia in ferro e legno, un segno distintivo che ben si sposava con i fasti di Bagni Lucca e del suo centro termale molto in voga all'epoca.




Per rientrare prendo il budello di strada che da Bagni di Lucca mi porterà a Collodi. Lungo la via si trovano minuscoli paesini che meriterebbero una piccola sosta invece che un rapido transito. Anche in questo tratto impervio si sono segni di ruralità. Tanti ulivi ormai ripuliti dalle olive, tanti invece ancora in attesa di chi si prenderà cura di loro. Ci ho fatto caso alimentato dalle belle sensazioni (e parecchia fatica!) godute durante varie giornate di raccolta fatte ultimamente nei dintorni di casa. E' stata la mia prima esperienza, che mi resterà nel cuore.
Plano verso Collodi lungo la via delle Cartiere, tante se ne trovano in pochi km. Alcuni vecchi fabbricati sono ancora in piedi a testimonianza dei tanti opifici che hanno lavorato grazie alla forza motrice dell'acqua. Il libro su Pinocchio non poteva avere radici diverse...
Saluto il mitico burattino e rientro verso casa con la luce sempre più fioca.
Giusto giusto una sciacquata antisale a Maxxina prima di riporla in garage ringraziandola con una pacca sulla sella.


Girottolo concluso, parmigiano e farro sistemati. Pure il morale si è sistemato. Queste piccole fughe sono un vero e proprio salvavita!

San Pellegrino in Alpe & Parmigiano

C'è voglia di aria, di luce, di relax, ma c'è anche bisogno di parlare col concessionario per ragionare di sospensioni per cui, sfru...