domenica 18 luglio 2021

Pieghe&trekking a due passi dall'Austria

E finalmente arrivano le ferie!
Non saranno molti giorni, ma di certo pochi ma buoni...e meritatissimi!
Va beh, ognuno per le proprie ferie dirà lo stesso, ognuno per le proprie ragioni. Quello che di bello hanno queste ferie è che, finalmente, un sogno (di entrambi) si realizza e tra indumenti e ammennicoli vari per la vita quotidiana prendono posto in valigia pure scarpe e altri ammennicoli specifici per il trekking.
Dal primo assaggio motociclistico ci era sempre rimasto quel sapore strano in bocca, quel senso di incompiuto. Vedere tanti posti belli solo e soltanto da dietro il cupolino non ci bastava e, ognuno immerso nella propria vita, agognava di usare si la moto per arrivare snello da qualche parte, unendo però qualcosa in più, andando nel limite del possibile a vedere cosa c'era "dietro l'angolo".
Ci siamo ritrovati e diamo sfogo anche alla passione, non scontata, di scarpinare. Che bellezza!!
Saliamo verso nord-est anche guidati dal meteo, che da altre parti buttava sull'incerto tendente all'umidiccio consistente. Nel giro di poco buttiamo giù un itinerario che in un paio di tappe ci farà arrivare al passo delle Erbe, e più precisamente ad Antermoia, dove ci sistemeremo per tre giorni.
Lunedì 19 luglio, si parte di buon mattino per cercare di togliersi la noia autostradale il prima possibile.
Dopo quella autostradale ci tocca la noia della Val Camonica, diversamente divertente e piuttosto trafficata. E finalmente Edolo, vera porta di ingresso nelle ferie, dove ci concediamo una sosta caffè.
Ripartiamo facendo una puntatina al passo dell'Aprica, giusto giusto per ingrassare il passometro visto che eravamo nei paraggi. Niente di che da segnalare. Ripassiamo da Edolo, tocchiamo Ponte di Legno e alleluja...iniziamo a salire verso il passo Gavia. Era veramente tanto che non ci tornavo e la mente ritorna alla prima volta che lo feci con la mitica "Nonna", la mia prima cavalcatura, l'amatissima Fazer 600 del '98, tutta nera e stramaledettamente bellissima (almeno per me)!
Alcuni tornanti son sempre lì, pronti a metterti in difficoltà, ed è un bene che oggi non ci sia praticamente nessuno in giro, beata solitudine!

In salita verso il Gavia




La giornata è fa-vo-lo-sa e arrivare lassù con un meteo del genere e per giunta all'ora di pranzo è di una goduria unica. E vai di polenta con i funghi e pizzoccheri. La fatica del viaggio va premiata!

Passo Gavia, si mangia sotto potenti raggi UV

Ci concediamo due passi per sbuffare in libertà e per godersi la pace che i dintorni regalano.
Che bellezza stare in giro così.




Scemo&più scemo se la godono

Che stile!

Strommina al riposo (ancora per poco) sul passo

Di nuovo in sella, in direzione placida di Bormio, per poi salire su verso il mito dello Stelvio, un mito che mi lascia sempre un po' distaccato, si insomma....troppo mito e poco arrosto, almeno per i miei gusti. I dintorni sono belli, niente da dire, con una giornata così poi non si può chiedere di più, però boh...non riesco a farmelo piacere del tutto. The dark side of the brain!
Intanto la strommina pistona e pistona e Ilaria se la ride!




Facciamo una rapida sosta, giusto per acchiappare un souvenir e qualche foto. Intorno la solita varia umanità, condita di corpulente pance gonfie arrivate fin lassù sia in assetto motociclistico che ciclistico.
Per quest'ultime, a parte provare invidia (non per la panza...), ci viene il dubbio che siano venute su in macchina, parcheggiata giusto qualche curva prima 😅


I mitici tornanti, mitici si...ma sempre tornanti!

Ricaliamo verso la val Venosta, sempre con parecchia flemma, abbiamo tempo per arrivare a destinazione e siamo in ferie, indi per cui, peace&love on the road!

Ciao Ortles, alla prossima

Ce la prendiamo comoda ma talmente comoda che, ovviamente, arriviamo tardi alla meta di giornata, il passo di Resia, passo mai fatto prima che mi è morbidamente piaciuto.
Qui di mitico c'è il famoso campanile, che ovviamente non manchiamo di immortalare...


Pernottiamo al Gasthof Schwarzer Adler (dove ci troveremo benissimo!), a due passi dal lago, che ci gustiamo facendo due passi in notturna.

Resia by night

Fa freschinooooo....via a letto!

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Buongiorno. No, non è solo un saluto, ma proprio come troviamo il nuovo giorno sbirciando dalla finestra appena svegli! 

Lo scenario al risveglio dalla finestra di camera 

Rabbocco borraccia

Ciao campanile dai piedi a mollo

Ripartiamo in direzione sud, anche se l'idea iniziale era quella di entrare in Austria e risalire il passo del Rombo da quel lato, per poi continuare il nostro girovagare alpino.
Le contrastanti informazioni sui permessi riguardo alle vaccinazioni anti Covid (al momento io ero solo con la prima dose) ci fanno cambiare programma, continuando un giro prettamente italico.
Lasciamo il passo di Resia con una gran voglia di tornare, magari bici muniti visti i tanti biker girottolare nei dintorni con fare rilassato e disteso. Bello!
Intanto siamo in moto e con le bielle che si alternano sornione sotto le chiappe scivoliamo verso sud lungo la val Venosta. Quante strade traverse ci sarebbero da infilare per andare a curiosare, di certo scopriremmo luoghi e cose inaspettate, che in parte ci gustiamo sfiorandole al nostro passaggio.
Che bellezza la curiosità, vera linfa vitale per non fermarsi mai!

Abbazia di Monte Maria in alto, Castello del Principe in basso

Curvando tra una mela e l'altra arriviamo a Merano e visto che siamo lì vuoi non fare una sosta alla FORST ? Ma che siamo matti davvero a saltare tale strategico obbiettivo? E infatti in due balletti ci ritroviamo seduti ad uno dei tavoloni del Braugarten sorseggiando un po' di birra fresca, giustificando la bevuta mangiando patatine fritte...o giustificando la mangiata bevendo...boh, non ricordo!

E oraaaa.....

....diamognene seccheeeeeee!!!


Passaggi di stato...d'animo!

Di nuovo in sella, puntiamo dritti (si fa per dire...) S.Leonardo in Passiria per risalire il passo del Rombo. Sali sali sali la temperatura scende scende scende e la galleria che si fa quasi a ridosso del valico è un vero e proprio frigorifero. Arrivati in cima troviamo il bar/rifugio chiuso. Peccato, perchè avrei comprato e poi appiccicato sul cupolino l'adesivo del passo, da mettere tra le conquiste fatte con Ilaria. Va beh, ci toccherà tornare!
Ci godiamo un po' i dintorni grazie (e parecchio) alla splendida giornata.

Timmelsjoch





"...e i denti non ti fanno male con tutto quel ghiaccio?"

Ripartiamo riscendendo a valle, gustandoci i bei panorami e la strada praticamente deserta, rifermandoci per una sosta contemplativa.
 

Planando verso S.Leonardo in Passiria





Contempla di qua, contempla di là, l'orologio inizia a stressarci, ma noi duriiiiiiii, e con il motore che continua a pistonare ci facciamo prima il passo del Giovo e poi una veloce puntatina al passo Pennes, dove ci concendiamo anche due passi, sempre ovviamente in assetto contemplativo.
Non è colpa nostra se continuiamo a perder tempo per strada. I luoghi, gli scorci, il meteo, la luce, ecco di chi è la colpa!

Un po' di scorci sul Pennes




"Strommina, capiamoci....ora devi pistonare come non ci fosse un domani o non arriveremo maiiiii".
Va beh, non è propriamente andata così, e infatti siamo arrivati luuuuuuunghi e bardati da moto di tutto punto ci siamo messi a tavola, mangiando (avidamente) quasi con la visiera aperta.

Salendo verso il passo delle Erbe


La vista dall'albergo ad Antermoia

Buonanotte mondo

Dopo aver soddisfatto il sistema digerente prendiamo, finalmente, possesso della camera e dopo una bella doccia andiamo sottocoperta. Come primo rapido approccio direi che all'Hotel Fontanella non ci stiamo per niente male, quello che ci vuole in vista della due giorni di trekking 💪

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E finalmente ci siamo, il sogno si realizza, e non poteva esserci giornata migliore.
Antermoia è a pochi km dal passo delle Erbe, che raggiungiamo in un tripudio di azzurro....e di vacanzieri!

Avete presente quelle giornate quando il sereno ti piglia a schiaffi?

Ore 11, si dia inizio alla scarpinata (in effetti un po' tardino però oh...siamo in ferieeee), che come idea prevede il raggiungimento della Forcella del Putia e poi del Rifugio Genova, dove trovare conforto...e da magna'. A digestione avvenuta un bel dietrofront e zac....il gioco è fatto!

Putia, sarai nostro!...beh quasi...


Scemo&più scemo in chiaro scuro

Camminiamo comodi comodi su i primi saliscendi innocui del sentiero n. 8a.
L'aria è leggermente frizzante, l'incedere sicuro, ci sentiamo quasi dei ganzi.






Di lì a poco però la musica cambia, eccome se cambia e ci ritroviamo a spolmonarci (insieme a molti altri spolmonati) lungo un tratto di sentiero (che da un bivio diventa il n.4) che si inerpica lungo un canalone fin su alla forcella, facendoci sentire un po' stambecchi fuori forma.
Lungo l'ascesa un via vai di scarpinatori più o meno spompati. E già l'idea di rientrare per quella via inizia a vacillare per paura di perdere definitivamente l'uso delle ginocchia e tutto ciò che ruota intorno.



Ora però siamo ancora in salita, e qualsiasi traguardo raggiunto con fatica regala sempre grandi e intime soddisfazioni, e piano piano...

Festeggiamo la conquista dei 2361 mslm della Forcella del Putia


Forcella raggiunta con ansimante felicità. La sosta, considerando il luogo ma anche l'orario e lo stomaco, ci sta proprio bene. Mentre siamo lì rivediamo i nostri piani perchè da più scarpinatori ci giunge all'orecchio che il Genova è preso d'assalto. Intanto ce la godiamo al solicchio e mentre ci godiamo i dintorni pensiamo al da farsi.
Considerato che di fatto siamo alla nostra prima scarpinata montana dopo tanto tempo, considerato che di cose belle di certo non mancheranno, considerato che è bello anche cambiare idea in corso, considerato l'art. 7 del Codice Civile...ehm...no questo non c'entra nulla, insomma...dopo svariate considerazioni (c'è casino di là? bene, andiamo di qua) scendiamo dalla forcella tenendoci il Putia sulla sinistra. In pratica prenderemo in giro il Putia per tornare alla moto che senz'altro sarà già in pensiero.




La V sopra al tetto è la Forcella del Putia

Più che di un sentiero si può parlare di una comoda sterrata. Lo scenario tutto intorno è bellissimo e ci troviamo immersi in un mix di verde, panorami e l'immancabile azzurro del cielo. Tanta roba!




L'incontro di Ilaria con Mescal

Poi succede che lo stomaco brontola di nuovo e che lungo la via ci imbattiamo in una malga dove poter chiedere ospitalità, mentre l'immenso si apre d'innanzi a noi!

L'immenso dalla Malga Utia Vaciara

Apparentemente non ci sono molti posti ai tavoli, anche per via del distanziamento.
"Vorremmo mangiare ma non sappiamo dove metterci". In tre secondi veniamo accontentati, anzi privilegiati, visto che ci sistemano in veranda in una delle baracche presenti in loco, una sistemazione da 10 e lode!




Di nuovo a scarpinare e a goderci i panorami che si possono ammirare lungo questo tratto, che inizialmente si pensava fosse solo una specie di ripiego mentre invece è davvero bello!
Poco dopo la malga abbandoniamo la sterrata tornando a camminare lungo un sentiero.


Arriviamo al passo Goma e da lì inizia un tratto di discesa che ci fa tornare a contatto con tratti di bosco, sempre però con affacci garantiti.


Sostegni per camminatori o per la roccia?

Ammazza quanto è bello qua!

Figli di Putia

Passo dopo passo e dopo vari saliscendi arriviamo a Utia de Goma, altra malga ormai prossima al passo delle Erbe. La nostra scarpinata volge al termine con viva e vibrante soddisfazione!



Ciao Putia e grazie!

Riprendiamo contatto con la strommina che, in pensiero per noi, è un po' imbronciata. Benedetta figliola...
Tiriamo le somme mentre confortiamo la moto. Un percorso facile, anche se il tratto di salita alla Forcella del Putia è piuttosto faticoso.
Noi l'abbiamo fatto in senso antiorario, cosa che si è rivelata una scelta azzeccata perchè fare la Forcella in discesa e senza le bacchette a sostenerci avrebbe voluto dire salutare le ginocchia.
In totale poco meno di 14 km con circa 800 metri di dislivello totale.
Davvero una gran bella giornata passata in posti molto scenografici.
Che bellezza realizzare un sogno!

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Il trekking di oggi sarà ben più corto, ma anche decisamente meno soleggiato.
Il meteo infatti promette acqua ma va beh....proviamoci lo stesso.
Prendendo a riferimento il nastro d'asfalto del passo delle Erbe siamo andati verso nord, mentre invece il giro del Putia risulta a sud.
La scarpinata prevede il raggiungimento del rifugio Monte Muro e godimento della vista sul gruppo del Putia. Detto fatto si parte dal parcheggio posto poco sotto al passo delle Erbe, non prima di aver rassicurato la strommina.

Mi piego ma non mi spezzo!

La partenza dal parcheggio è subito in salita

Casette di legno...

Potevamo tranquillamente fare una sterrata che placidamente sarebbe salita fino al rifugio, ma noi stoici fino all'estremo no....decidiamo di stambeccare inerpicandosi lungo il sentiero che taglia il bosco...e il nostro fiato!


Oggi c'è un gran silenzio, fatta eccezione per una famiglia tedesca che hanno il loro bel da fare per la prole più giovane, che non pare molto intenzionata a soddisfare la voglia di relax dei genitori.
Via via che saliamo il panorama si apre sempre di più. Che bellezza e che fortuna che, almeno per ora, il tempo sembra reggere.



Passo dopo passo arriviamo a destinazione dove stendo al sole la maglietta fradicia di sudore.
Poi, ovviamente, cerchiamo posto a tavola per mangiare un boccone!

Rifugio Monte Muro, a 2157 mslm

Per digerire e respirare un po' ci spostiamo su un pratone per poi iniziare la ricalata a valle.
Il tempo di colpo si incupisce e ci da qualche accenno di pioggia. Lì per lì niente di che, ma via via che scendiamo la pioggia diventa garosissima e arriviamo alla moto piuttosto zuppi.
Salutiamo la moto che ovviamente a da ridire e via, verso l'albergo asciutto, dove ci godremo (e parecchio) l'area benessere, corredata di idromassaggio (il cui motore penso di aver fuso...), sauna, bagno turco, ecc., proprio quello che ci voleva per passare un pomeriggio uggioso e piovoso!

La due giorni di trekking volge al termine. L'indomani si rientra verso casa.
Che dire? Che finalmente il ghiaccio è rotto e che è bello sentirsi senza limiti nel limite del possibile, esperienza da ripetersi senz'altro!

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Ripartiamo da Antermoia per tagliare in trasversale la parte alta dell'italico stivale, giusto giusto per dirigersi verso la costa ligure in visita a persone care.

Un saluto ai classici vigneti altoatesini

A dir la verità il "taglio" volevamo farlo tutto in autostrada, così da sbrigare celeri la pratica, ma il traffico trovato sul tratto del Brennero (oh ma lì è sempre un delirio eeeeeehhh) ci consiglia a più miti itinerari.
E così fu che lasciamo l'autostrada per raggiungere Brescia via strada normale, e quanto ci mettiamo ci mettiamo. Tiè!
Da Mezzolombardo risaliamo un tratto fatto molte volte in gioventù, quando per svariati anni venivamo con la famiglia a Andalo per le vacanze estive. I tornanti che si percorrono risalendo dal fondovalle sono ampi e regolari, una vera goduria!
Passiamo Fai della Paganella e poi Andalo, dove il Piz Galin è coperto dalle nuvole. Quanti ricordi...
Ricaliamo verso sud, dove il lago di Molveno ci regala un bel colpo d'occhio. Anche lì i ricordi si sprecano.

Molveno e il suo lago


Sosta spuntino con vista lago

La strommina va, imperterrita ma senza fretta e con lei ricaliamo verso sud toccando prima Ponte Arche e continuando lungo il tracciato della SS237.
L'acqua ci piace, per cui non ci facciamo sfuggire uno stop anche al lago d'Idro, dove tira un vento fresco, la felicità di chi in quel momento è alle prese con la gestione delle vele.


Basta soste o non arriveremo mai, per cui testa bassa e pedalare. Arrivare a Brescia è un po' lungo e noioso e siamo quasi contenti di guadagnare l'autostrada che km dopo km ci porterà in riviera.
L'unica nota di rilievo è il tratto dell'A7, un tracciato che non avevo mai fatto e che definirlo autostradale è al limite dell'utopia, nel quale ho visto almeno un paio di incidenti evitati per un soffio. Sono stato molto felice di uscire da lì e arrivare a destinazione e se posso cercherò di non rimetterci le gomme dentro! 

Foschia sul mar ligure

La serata passa benissimo in splendida compagnia e andiamo a letto coccolati dalla luna. Cosa possiamo volere di più?


Si rientra, giro finito. Un mix di curve, scarpinate, panorami, affetti, si insomma....un gran bel modo di spendere il nostro tempo!


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